Attori con la "A" Maiuscola

Backstage. Foto di Riccardo Caselli. La piccola Charlene con Luca Mancini. Accanto a loro Jacques.
Inserito da Giorgio Gatta lunedì 22 agosto 2016

Lo sguardo è timido, quasi spaventato.


«Sai, credo che non abbiano davvero capito che si tratta di un film!» dice Simona, la responsabile di un gruppo di almeno una decina di ragazzi e ragazze dal Centro Africa che oggi saranno i nostri attori sul set del film “Rwanda”. Al tg li chiamano "migranti". Loro su di un barcone in mezzo al Mediterraneo ci sono stati davvero. Lontani anni luce dalle loro famiglie, in cerca di una identità in un paese che fatica a riconoscergniene una, oggi sono qui sul nostro set, impacciati e con gli occhi rivolti costantemente a terra.


Una troupe di oltre 25 professionisti, un cast di 30 attori e l’imponente materiale tecnico messo a disposizione dalla nostra produzione per la realizzazione del film, tutto questo mostra ai nostri ospiti che di un film a tutti gli effetti si tratta. Eccome. E se questo è un film, loro non sono visitatori, ospiti o semplici passanti. Loro sono i nostri Attori. Con la “A” maiuscola.


Adoro osservare… è qualcosa che è più forte di me. Mi piace immaginare che cosa sta pensando la gente o quali sono i sogni e le paure di una persona che passa per la strada. Questa volta so già come andrà a finire il film che sta per svolgersi davanti ai miei occhi. Potrei tornare alle mille cose da organizzare e pianificare per la prossima settimana di riprese, eppure mi siedo di lato e resto a guardare.


I ragazzi sono giovani, giovanissimi. Gli occhi bianchi al centro di volti dalla pelle nera come l’ebano. Sono timidi, timidissimi. Poi si guardano attorno e mentre le nostre costumiste invitano il primo di loro a seguirle per indossare una vera divisa da soldato, ecco che un brivido attraversa il gruppo. Si guardano tra loro nella nuova consapevolezza che non si tratta di un gioco, ma della realtà. La timidezza scompare ed è come vedere un gruppetto di bambini eccitati per una nuova avventura. L’essere umano adora “recitare”, il gioco teatrale ha l’innata capacità di unire e di liberare… e anche questa volta il miracolo accade di nuovo. Il gruppetto che solo fino a pochi istanti prima era una lunga fila di sguardi silenziosi, ora è un rumoroso ed eccitato gruppo di ragazzi e ragazze che non vedono l’ora di indossare il loro costume di scena e avvertire il brivido che anticipa il battere del ciak ed il grido del nostro regista: “Azione!”.


Sono questi ragazzi la nostra forza, sono loro a rappresentare il motivo vero di questo film che è differente da tutti gli altri. “Rwanda” è più di un film. “Rwanda” è un evento collettivo dove in nome di un vero e proprio lungometraggio persone da tante parti del mondo si incontrano e lo fanno per raccontare una storia che parla di fratellanza, coraggio e integrazione.


Il ragazzo più timido di tutti esce fuori dal camerino con una uniforme addosso.

Sul volto un sorriso a 64 denti. Oggi sarà un soldato a bordo di un pickup lanciato su di una strada rossiccia… Una giovane ragazza esce da uno dei camerini indossando un lungo vestito africano… Oggi sarà un bellissima donna tutsi intenta a portare a casa un pacco di provviste… I suoi amici applaudono. Le compagne scattano foto.


Ed io?

Io non sarò niente e sarò tutto paralizzato in questa sorta di estati nel vedere così tanta gente e così tanti volti uniti da una sola missione: raccontare quello che siamo.


Bara abantu gusa - Solo esseri umani.


Grazie “Rwanda”.


Marco Cortesi



VISITA IL SITO DEL FILM "RWANDA"


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