L'Isola di Mbudya

Inserito da Giorgio Gatta mercoledì 02 ottobre 2013

Dal Blog http://www.nuvoledeserto.it/

Se per un caso remoto doveste trovarvi nella città di Dar es Salaam con un giorno a disposizione e non sapeste a che santo votarvi, la mossa che mi sento di raccomandarvi è la visita all’isola di Mbudya.


Mbudya è una piccola isola che si trova al largo della capitale della Tanzania, ad un distanza in linea d’aria di due chilometri. Essa fa parte del Parco Marino di Dar Es Salaam insieme alle isole di Bongoyo, Pangavini e Fungu Yasini. Mentre Pangavini e Fungu Yasini sono inaccessibili ai turisti e riservate alla fauna ed alla flora che le abitano, Bongoyo e Mbudya sono agevolmente visitabili in giornata.

Una volta giunti sull’isola non resta che rilassarsi sulla spiaggia bianca e godersi qualche ora di sole ed un bagno nelle acque cristalline che circondano l’isola. Ciò che veramente rende unico questo luogo è l’assoluta vicinanza alla capitale di uno stato, che è l’ultimo posto al mondo in cui ci si aspetterebbe di trovare un paradiso naturalistico tropicale.

La classica ciliegina sulla torta è il pranzo. Alcuni simpatici tanzaniani cucinano il pesce pescato qualche minuto prima e lo servono sotto sgarrupati ma caratteristici banda in makuti (termine tecnico per gazebo in legno e paglia). Il menu è pressoché unico, e cioè pesce alla griglia e patatine, rigorosamente da consumare senza posate e bevendo soda fresca. Per chi l’ha provato, un pasto a Mbudya rappresenta uno dei massimi picchi di godimento vissuti nel corso di una esistenza intera.

Le basse acque intorno all’isola nascondono alcune porzioni della vecchia barriera corallina salvatesi alla pesca con dinamite. E’ consigliato quindi noleggiare l’attrezzatura da snorkeling per cercare questi scogli corallini, dove si possono fare alcuni incontri davvero emozionanti con la vita sottomarina.

Un ulteriore motivo di interesse di quest’isola è la possibilità di avvistare il Granchio Ladro di Cocchi, un enorme paguro terrestre capace di arrampicarsi sulle palme e di rompere con le forti chele le giovani noci di cocco. E’ un animale sensazionale, gravemente minacciato di estinzione.

Mbudya è poco frequentata dai turisti “tutto compreso” che affollano Zanzibar e i parchi del nord, mentre rappresenta l’immancabile punto d’incontro domenicale per tutti gli espatriati che vivono la capitale tanzaniana. Diplomatici, missionari, volontari delle ong, commercianti e imprenditori convergono su questo fazzoletto di paradiso per godersi una giornata di pace lontano dallo smog e dal traffico di Dar. A parte la domenica, in cui si possono incontrare altre persone, durante la settimana Mbudya è deserta.

Purtroppo anche Mbudya può avere qualche controindicazione.

Alcuni mesi, soprattutto da Aprile e Giugno, le correnti spingono verso la spiaggia di Mbudya la spazzatura che si accumula sul litorale della capitale e può capitare di trovare sporche alcuni punti della spiaggia. Il momento migliore per recarsi a Mbudya è sicuramente da Dicembre a Febbraio, quando le acque sono calme e trasparenti e la spiaggia è sgombra di alghe.

All’orizzonte si staglia la costa di Dar. Niente di male, se non fosse che un enorme cementificio è stato costruito proprio davanti Mbudya, rovinando parzialmente il panorama: bisogna tenerne conto poi mentre si scattano le foto!


La brezza fresca attenua di molto il caldo, e diversi sprovveduti hanno ritenuto di risparmiare la crema solare. Il sole in queste regioni picchia di brutto e molti visitatori sono tornati da Mbudya con scottature colossali!

di Michele Lanzoni

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