Viaggiare responsabilmente non significa viaggiare low-cost

Inserito da Giorgio Gatta giovedì 31 ottobre 2013

- "Inserito dal Blog di Valentina Miozzo -

www.viaggiarelibera.com

Viaggiare responsabilmente non significa viaggiare low cost. Si sta diffondendo questa visione distorta del turismo responsabile in cui spesso i backpakers - essendo in contrapposizione con i "turisti di massa da villaggio" - vengono identificati come viaggiatori responsabili. Niente di più sbagliato. Ho visto svariate volte backpackers gettare rifiuti a terra, "tanto è già pieno di spazzatura, io mica faccio la differenza", non conoscere una parola della lingua locale "tanto parlano anche inglese", vestire con shorts inguinali in luoghi in cui le donne si coprono fin sotto le ginocchia, "tanto lo sanno che siamo turisti" o chiedere ospitalità solo per dormire gratis senza apprezzare il vero senso dell'accoglienza, "Figo il couchsurfing, così dormo gratis!". Spesso non sono informati sulla storia, usi e costumi del paese che stanno visitando: una volta in Vietnam, davanti alla salma di Ho Chi Minh, un ragazzo - occupatissimo nel fare decine di fotografie da mostrare agli amici al suo ritorno - mi ha chiesto "Ma chi  è quello lì?". 

Una coppia di sessantenni che viaggia in Thailandia alloggiando in hotel a gestione locale e assume guide del posto durante le visite o un gruppo di persone che partecipa a un viaggio organizzato da tour operator responsabili possono essere molto più sostenibili che un backpacker che alloggia in un ostello a basso costo, viene ospitato tramite il couchsurfing e non assume guide locali perché non ha soldi da spendere (per la birra però di solito non mancano). Ho visto backpakers litigare animatamente per avere sconti di un euro per l'alloggio, poi spenderne altri dieci per comprare magic mushrooms o ganja (anche in paesi dove c'è la pena di morte per il possesso di droga). A causa di questi comportamenti sempre più diffusi, molte località si sono adeguate fornendo droghe e musica a tutto volume fino a tarda notte - anche nella giungla! - diventando così dei "luoghi per backpackers" che non fanno altro che riproporre la cultura occidentale ai turisti in visita, quindi paragonabili ai villaggi turistici, spesso criticati dagli stessi backpackers.

 

E' vero, viaggiare in autonomia - di solito - comporta un contatto più diretto con la popolazione locale, ma la cosa da prendere in considerazione è COME avviene questo contatto. Oltre alla qualità dell' incontro interculturale il turismo responsabile e sostenibile tiene conto dell'impatto economico e ambientale del turista e questi tre aspetti vanno presi in considerazione nel loro complesso, non singolarmente.

La sostenibilità di un viaggio non dipende dunque dal budget o dalla tipologia (viaggio organizzato o indipendente), ma dal PROPRIO COMPORTAMENTO e dal PROPRIO APPROCCIO MENTALE VERSO LA DIVERSITA'.

NOTA: La generalizzazione sulla categoria backpackers è utilizzata per descrivere una tendenza e non per criticare l'intera categoria. - See more at: http://www.viaggiarelibera.com/2013/09/backpackers-insostenibili.html#more
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NOTA: La generalizzazione sulla categoria backpackers è utilizzata per descrivere una tendenza e non per criticare l'intera categoria.


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