#2annisenzaGiulio

Inserito da Giorgio Gatta giovedì 25 gennaio 2018

Oggi in più di 100 piazze e in 45 scuole si ricorderà Giulio Regeni a due anni dalla sua scomparsa. Seguite #2annisenzaGiulio sui social per attraversare questo mare giallo e partecipare come potete.


Il 25 gennaio 2016 Giulio Regeni veniva sequestrato, trasferito in uno o più centri di detenzione senza poter avere contatti col mondo esterno, per essere poi sottoposto nei giorni successivi a feroci torture e assassinato.


Da subito chi in Egitto e in Italia conosce bene il sistema di violazioni dei diritti umani nel paese nordafricano ha parlato di “delitto di stato”, dell’ennesima tragica sequenza sparizione-tortura-uccisione che aveva riguardato stavolta non una delle centinaia e centinaia di cittadini egiziani bensì un cittadino italiano.


Come è noto, le autorità egiziane hanno scelto la tattica del depistaggio, della perdita di tempo, delle promesse non mantenute; si pensi che solo nel dicembre 2017 l’avvocata della famiglia Regeni è riuscita a farsi dare dei documenti dalla procura locale solo recandosi direttamente al Cairo mentre rimangono ancora indisponibili le immagini riprese il 25 gennaio 2016 dalle telecamere a circuito chiuso installate nella zona in cui Giulio Regeni scomparve.


Nonostante questo comportamento assai poco collaborativo, lo scorso settembre l’Italia ha deciso di far tornare alla piena operatività l’ambasciata al Cairo. Amnesty International ha giudicato prematura tale decisione, rammaricandosi per il fatto che non fossero state adottate ulteriori misure di pressione politica e diplomatica che potessero dare sostegno al lavoro investigativo della Procura di Roma e al coraggio dei legali italiani ed egiziani della famiglia Regeni.


All’inizio del 2018 la Procura di Roma ha proceduto all’interrogatorio di Maha Abdelrahman, tutor di Giulio Regeni presso l’università di Cambridge. Amnesty International ha sempre sostenuto che la verità dovesse essere cercata a tutto tondo e apprezza ogni azione investigativa che aiuti a comprendere il contesto nel quale è maturato l’omicidio di Giulio Regeni. Ma eventuali responsabilità di natura morale o civile di altri soggetti non dovrebbero mai essere confuse né equiparate con le responsabilità penali di chi ha compiuto in Egitto quell’omicidio.

#2ANNISENZAGIULIO: COSA VOGLIAMO

Sono stati due anni faticosi, impegnativi e carichi di emozioni. Rimbombano nella testa le parole di Paola Deffendi, la madre di Giulio Regeni, che ci raccontano “di tutto il male del mondo che ho visto sul corpo di Giulio […] un corpo riconosciuto solo dalla punta del naso.


Queste parole hanno dato il via ad una campagna nazionale per la ricerca della verità che ancora oggi va avanti e non ha intenzione di fermarsi.


In questo secondo anniversario di lutto e di domande che la famiglia Regeni continua a fare senza ottenere risposte, è fondamentale non consegnare Giulio Regeni alla memoria e alla commemorazione.


Grazie all’aiuto delle nostre attiviste e dei nostri attivisti continuiamo, giorno dopo giorno, a chiedere la verità con iniziative da nord a sud del paese. Continueremo fino a quando ci sarà una verità giudiziaria che coincida con quella storica, che attesti quel “delitto di stato“, ne accerti le responsabilità individuali e le collochi lungo una precisa catena di comando.


Con questo desiderio fissato nel cuore, il 25 gennaio alle 19.41 porteremo in tutte le piazze d’Italia una candela, il “giallo Giulio”.


Quella del 25 gennaio non è una semplice manifestazione, ma vuole essere un abbraccio fortissimo di sostegno di tutta Italia dedicato a Giulio Regeni e alla sua famiglia.


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Amnesty International Italia


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