Riflessioni ai tempi del Coronavirus di Andrea Benassi

Andrea Benassi in una delle sue spedizioni internazionali
Inserito da Andrea Benassi lunedì 30 marzo 2020

Di complotto in complotto, questa emergenza sanitaria si sta dimostrando sempre più intrecciata con una vera e propria guerra dell'informazione.

Una guerra a sfondo geopolitico ovviamente. Così capita di sentire una giornalista come Giovanna Botteri, che in collegamento da New York, invece di approfondire come gli Stati Uniti stiano affrontando l'emergenza, ci informa con nonchalance e senza contestualizzare la fonte, come i morti cinesi non siano probabilmente solo 3000 ma oltre 40,000. Il tutto sulla scorta di qualche immagine che ritrae grandi quantità di urne cinerarie. La notizia riprese in parte anche da alcuni giornali, ma presa con maggiore prudenza appare però quantomeno dubbia. Ovviamente il dubbio non si basa certo su una cieca fiducia nel Governo cinese, quanto sulla base delle fonti, per esempio una sedicente Radio Free Asia chiaramente con agganci e legami oltremuraglia.

Nella guerra, delle cifre, del soft power e dell'immagine vincente globale, appare evidente chi in questo momento sia in difficoltà.

Nella non invidiabile classifica dei contagiati gli USA stanno doppiando i dati ufficiali cinesi. Non è poi un gran mistero che forse già domani i loro morti supereranno i 3000 ufficiali cinesi. Non è un mistero neanche che la loro crisi sia appena iniziata.

Tra una popolazione spesso malata e piena di patologie, una sanità privata e spietata e una gestione perplessa dell'emergenza, uscirne non sarà una passeggiata e lascerà una immagine globale non proprio vincente del loro way of life.

La verità è raramente pura e mai semplice, scriveva Oscar Wilde, certo che questo è proprio il momento giusto per mettere totalmente in discussione la 'vittoria' cinese sull'epidemia.


Andrea Benassi

29 marzo


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