Herzog tra alpinismo ed esplorazione

Inserito da Andrea Benassi sabato 04 aprile 2020

Oggi un classico dell'alpinismo che non può mancare a chiunque vada in montagna.


"La partenza è vicina. Ce la faremo a preparare in tempo i bagagli? Tutto il personale del Club Alpino Francese è sul piede di guerra. Il disordine regna sovrano. La posta arriva da tutte le parti. Pile impressionanti di carte si ammucchiano su tutti i tavoli. I fattorini in un fracasso assordante, portano pesanti casse di vestiario da montagna, di calzature di bombole di ossigeno, colli di biscotti, di chiodi di ogni dimensione, pacchi di apriscatole automatici, sacchi di tende, cassette bagaglio...(...) L Himalaya per la sua vastità ha ben meritato il suo titolo di terzo polo. Ventidue spedizioni di ogni nazionalità hanno tentato di vincere un ottomila. Nessuna vi è arrivata. (...) Fino ad ora, le spedizioni himalayane sceglievano i loro obiettivi in regioni conosciute e già esplorate. Non abbiamo invece nessuna documentazione sui nostri due ottomila (Annapurna e Dhaulagiri). Ignoriamo totalmente le vie d'accesso. Le carte di cui dispone la spedizione sono sommarie e quasi inutilizzabili in alta montagna."


Così inizia il libro di Herzog, tanti interrogativi e pochissime certezze. Proprio questo intreccio tra alpinismo ed esplorazione pura ha reso questa spedizione e il libro stesso "epico", se uniamo queste premesse all'incredibile successo su un ottomila ancora oggi per nulla semplice, il tutto condito con le drammatiche pagine del rientro...beh abbiamo un libro e un avventura che deve essere letta!


Ho visto l'Annapurna e il Dhaulagiri girandoci attorno nel classico trekking che ripercorre il tracciato della spedizione di Herzog, dire che impressionano non rende. Ma ciò che realmente mi ha fatto 'paura' è stato vedere nel museo della montagna di Pokhara, gli scarponi e le attrezzature usate dalla spedizione per calcare la cima della 'Dea dell'abbondanza'.


Ecco immaginare un pugno di uomini lassù in quel modo fa veramente venire un brivido lungo la schiena.


P.S.: Esploratore chiama esploratore...e così sulla scorta delle pagine scritte da Herzog e delle sue prime osservazioni su luoghi in gran parte ignoti, venti anni dopo, nel 1970 dall'Inghilterra partiva la prima spedizione speleologica inglese guidata da Waltham, diretta proprio in Himalaya. Obiettivo cercare anche nei luoghi descritti da Herzog grotte all'altezza di montagne enormi e bellissime! Sfida aperta ancora oggi...e chissà chi la vincerà!


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