Bio-diversità: tema IT.A.CÀ 2020 | Paesaggio e umana bellezza

Inserito da Giorgio Gatta mercoledì 27 maggio 2020

Il tema prescelto dalla rete nazionale per questa 12 edizione è la Bio-diversità, una tematica ricca di significati e, data l’emergenza sanitaria mondiale, assolutamente attuale. L’idea di Bio-diversità che sosteniamo riguarda non solo l’ambito ecologico, ma in primis la società globale e il sistema socio-economico dominante.


Ci si riferisce infatti alla molteplicità degli esseri viventi, alla complessità virtuosa della natura, alla varietà di organismi viventi all’interno dei diversi ecosistemi. La nostra riflessione, in tempi di emergenza come questi che stiamo vivendo, parte quindi dalla centralità della Terra e delle specie che la abitano, in un contesto storico come quello odierno che scorge le pericolosità di un modo di produzione e consumo insostenibile, poiché invasivo e deturpante per lo stesso pianeta.

 

La relazione tra bio-diversità e turismo è stretta e interdipendente: l’industria turistica, per accontentare una domanda in forte crescita che ambisce a luoghi incontaminati (ma che tali non sono più nel momento in cui vengono raggiunti dai primi turisti, giacché quando lo trova, il turista distrugge ciò che cerca), è divenuta una delle principali cause della distruzione della biodiversità. La vacanza globale ha spesso contribuito a spazzare via i saperi e le risorse locali.

 

Indifferente ai limiti fisici e sociali allo sviluppo, che sin dagli anni ’70 diversi scienziati denunciano, l’industria del turismo contribuisce spesso alla distruzione della ricchezza locale e dell’ambiente. Risultando così non un fattore strategico di ricchezza, salvaguardia e valorizzazione del territorio, ma un ostacolo allo sviluppo locale.


Motivo per cui IT.A.CÀ da anni si propone di fare ‘becoming’ e non incoming. La pandemia che ha messo in ginocchio il turismo (tra le industrie più importanti del paese, e collegata con tantissimi settori, al punto da assicurare il 13% del PIL e il 15% degli occupati totali), oggi è anche un’occasione che invita tutti noi a trovare delle soluzioni alternative e sostenibili, ad adottare un approccio alla natura meno antropocentrico e più orientato al sentirsi parte di un sistema ampio e variegato, del quale l’essere umano non è che un singolo elemento in paritaria connessione con tutti gli altri. 

 

IT.A.CÀ migranti e viaggiatori da dodici anni, con la sua rete nazionale composta da oltre 700 realtà e presente in 11 regioni sostiene la necessità di apportare un cambiamento allo stile di vita propugnato dal modello social-economico dominante.


Si profila come necessaria dunque un’inversione di rotta rispetto all’idea di viaggio così come si è tradizionalmente sedimentata nelle pratiche comuni degli individui. Considerare più importante preservare i luoghi più belli, piuttosto che visitarli per forza.


Il Bio–turismo è quello del Terzo Settore fondato su Volontariato, Inclusione e Solidarietà, dove l’accoglienza è votata al rispetto delle destinazioni, dove l’ospitalità si coniuga con la responsabilità dei viandanti e la tutela dell’ambiente e delle risorse naturali disponibili, unita alla percezione del turista da parte delle comunità locali come di un cittadino temporaneo.


Ora più che mai, i principi e i valori di IT.A.CÀ si sposano con la necessità di produrre un cambio concreto nelle abitudini dei viaggiatori. I cammini e il turismo lento si profilano come la soluzione ideale per abbracciare una forma sostenibile di viaggiare a piedi o a pedali, una nuova possibilità per scoprire le bellezze naturali del territorio e rilanciare le peculiarità dei piccoli borghi italiani. 

 

Il turismo slow rappresenta un’importante possibilità di rigenerazione territoriale per i piccoli borghi soggetti a spopolamento e non considerati dal turismo di massa come mete appetibili. Un motivo in più, proprio oggi, per scoprire luoghi sconosciuti all’interno dei propri confini regionali.

Promuovendo queste nuove modalità di viaggio sarà possibile favorire un importante rigenerazione territoriale, in un momento in cui la competizione generata dalle mete più esotiche è ridotta ai minimi storici. È questo il momento per spingere sulla comunicazione affinché si generi una presa di coscienza collettiva forte e stabile rispetto ad una nuova prospettiva di turismo capace di valorizzare la bellezza delle aree interne, abbracciando il cambiamento verso una società che sia davvero sostenibile.


Per questa particolare dodicesima edizione del festival IT.A.CÀ cercheremo di aprire una riflessione dal Nord al Sud d’Italia, in chiave critica, sul concetto di viaggio e ospitalità, sulle migrazioni e la cittadinanza globale, sulle disuguaglianze e lo sviluppo. Di fronte a questi cambiamenti bisogna trovare nuovi paradigmi e nuove soluzioni che possano scardinare le dinamiche economiche attuali, mettendo al centro le comunità ospitanti e il rispetto dell’equilibrio generato da una bio-diversità integra e libera di prosperare.


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