L'ultimo Moderatore della Torre dell'Orologio

Inserito da Giorgio Gatta martedì 28 febbraio 2023
"Ma devo dire tutto io!!!"

Così si rivolge a me con un sorriso Giovanni Cagnani misto con un po' di timidezza....

Siamo alla Torre dell'Orologio di Rocca San Casciano e Giovanni che è l'ultimo orologiaio - pardon "moderatore" mi correggerà poi lui quando lo presento ai visitatori - spiega la storia della Torre e della campana...

Giovanni è una persona umile e straordinaria allo stesso tempo, e proviene da 4 generazioni di Moderatori dell'Orologio che per 365 giorni all'anno ha caricato e controllato l'orologio del Comune.

Poi è passato di mano a lui fino al 2018, dopodiché è stato elettrificato tutto e il meccanismo manuale è rimasto al suo posto come memoria storica di quando tutto era di esclusivo ingegno degli uomini nella vita di tutti i giorni.

Per Giovanni, suo padre, nonno, bisnonno...era una missione e un motivo di orgoglio caricare l'orologio della torre e correggere le rare volte in cui l'orologio avesse la necessità.

"Non lo si faceva certo per i soldi!"

L'ultimo gruppo ha finito di visitare la torre e rimaniamo soli io e lui per chiuderci le porte e le luci mentre ce ne andiamo...

Curioso come sempre gli dico dove vanno delle scale impolverate ripide di legno che scendono da una delle tante stanze e lui mi dice:

"Lì ci sono i pesi enormi delle campane, fino a poco tempo fa la scala arrivava fino a un certo punto e poi dovevi fare un balzo per atterrare sul fondo."

Lui va in esplorazione per un po' poi mi dice:

"Vuoi venire a vedere?"

"No, no!" - dico io e penso fra me e me - "ma neanche se mi pagano a peso d'oro vado lì sotto caro Giovanni!"

Mentre chiude la porta di una stanza mi dice:

"Su questa porta da bambini facevamo il tiro con le freccette!"

E ribatto io: "Come veniva usata questa stanza?"

Mi risponde: "In epoche passate chi viveva qui sotto la usava come filatoio."

A un certo punto mi fa notare:

"Lo vedi questo pertugio sul muro e cosa c'è?"

Io faccio finta di capire quello che mi sta dicendo e lui capendo la vaghezza della mia risposta aggiunge subito:

"Ci sono le cicche delle sigarette dei campanari ancora conservate perché qui - e mi indica il punto - c'era la corda con cui tiravano la campana."

"E io voglio che si conservino lì dove sono perché anche questa è memoria storica."

Io annuisco vigorosamente incoraggiando la conservazione di tale memoria...

Passando da un ambiente all'altro lui a un certo punto si abbassa per tirare fuori dal muro una mattonella sconnessa e afferma:

"Qui. mi diceva mio padre, c'era una pistola nascosta durante l'ultimo periodo bellico e durante i rastrellamenti dei nazi-fascisti gli uomini si nascondevano sulla cupola nella torre accedendovi da una scaletta che poi ritiravano su, chiudendosi lì."

Mi risuona dentro di me le parole di una viaggiatrice di Domino Experience che visitando la campana dice:

"Che emozione è stata vedere il Borgo a quell'altezza: ne ho approfittato perché quando mi ricapita nella vita un'esperienza del genere!!!"

E nel mentre il campanone della torre suona facendo venire quel pizzico di adrenalina (e di piccolo spavento!) che rappresenta il TOP di un viaggio turistico di successo.

Sento in lontananza la voce di Marco che ci invita ad uscire...perché il viaggio deve ancora finire...

E il viaggio quando è così non finisce mai perché le emozioni si conservano nel cuore delle persone...per sempre...

Prossimo itinerario nei Borghi della Romagna è a Portico e San Benedetto: cliccate qui per saperne di più e per iscrivervi.

Stay tuned!

Giorgio Gatta

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