Ho ancora negli occhi...

Inserito da Michele Dotti venerdì 09 settembre 2011

Sono rientrato tre giorni fa dal Burkina Faso e -come sempre mi accade- mi ritrovo ancora abbastanza spaesato e mi chiedo cosa ci faccio qui.

Sarà per i 30 gradi di differenza, o forse per il brusco cambio di colori che dal rosso della terra e dall’azzurro dei cieli africani hanno lasciato posto ad un grigio che fonde all’orizzonte l’asfalto con la nebbia.


4129166280_b4613f148e.jpgQuello che è certo è che ho ancora negli   occhi gli sguardi persi dei minatori vicino  ad Essakane, in pieno Sahel, che cercano  l’oro in buche scavate a mano fino a 50  metri di profondità, in un’angosciante  roulette russa fra la ricchezza e la morte,  dentro a gallerie che in ogni momento  potrebbero aprirsi a vene del prezioso  metallo come chiudersi seppellendo tutto  e tutti.

 

Ho ancora negli occhi la gioia delle donne nel villaggio di Andega, che esplode danzando per il pozzo che abbiamo appena realizzato.


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Un pozzo che dà vita e alleggerisce il loro carico di lavoro quotidiano, liberando tempo prezioso per prendersi cura dei figli, avviare piccole attività di artigianato o anche solo per un po’ di raro quanto sacrosanto riposo.

Ho ancora negli occhi la disperazione, avvolta da un nugolo di mosche, e nelle narici l’odore nauseabondo che emanava la gamba in cancrena di un ragazzo di appena 28 anni che ha bussato alla nostra porta a Ouagadougou, per chiederci disperato il costo del trasporto per poter rientrare a morire al suo villaggio, accanto alla sua famiglia e ai suoi due figli ancora piccoli.


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E ho nitida negli occhi la luce della speranza che si è  riaccesa in lui quando gli abbiamo detto che avremmo  fatto di tutto per curarlo e da subito abbiamo iniziato  ad occuparcene concretamente!

Ho ancora negli occhi la soddisfazione e la  determinazione degli orticoltori di Tangzougou in  mezzo alla distesa immensa dei loro orti, dove  ancora  pochi anni fa non c’erano che erba secca e  terra arida, mentre ora crescono frutti.


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E mille altre immagini fortissime che si sono impresse nel mio animo come su una pellicola e che certamente non si cancelleranno in pochi giorni…

Tutto questo mi riecheggia dentro e mi parla del diritto ad un lavoro degno e alla salute, di acqua come diritto universale, di solidarietà, cooperazione e politiche volte all’autosufficienza… della necessità di liberarsi da logiche di sfruttamento e dipendenza dall’estero in un cammino di giustizia internazionale e di fraternità universale.

E così mi ricordo perché mi appassiona tanto il mio impegno nei campi della formazione, dell’informazione e della politica intese come servizi alla comunità e partecipazione alla creazione di un futuro migliore per tutti.

Mi ci vorrà ancora qualche giorno, certo, ma ora mi sento un po’ meno spaesato di prima.


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